"...è bene bere solo fino a quando si riesca a rientrare a casa da soli, a meno che non si sia molto vecchi..." (Senofane)
Della stessa opinione Teognide: "...chi sorpassa la misura del bere, non è più padrone della sua lingua né del suo senno..." - che aggiunge - "...io terrò la mia strada nel mezzo e non mi farò convincere né a non bere
più né ad ubriacarmi senza misura..."
Grandi estimatori del vino, dunque, gli antichi Greci, ma guai a berlo puro!!!...quella era abitudine dei barbari: "...mischia una parte
di acqua e due di vino, riempi le coppe, brinda..." (Alceo)
E le donne? I Romani erano di vedute un po' più larghe in merito
alla loro partecipazione ai banchetti: "...giungi tardi, fai che la tua bellezza passi sola al lume delle lampade.
In ritardo giungerai più gradita: è gran ruffiana l'arte di farsi
attendere. Sei brutta? Han già bevuto: sembrerai più bella, il buio darà
velo ai tuoi difetti..." (Ovidio)
"...cinque bicchieri si bevano per
Levia, otto per Giustina, quattro per
Lica e quattro anche per Lide, e per Ida tre. Tanti bicchieri siano per
ciascuna, quante sono le lettere del nome..." (Marziale)
Anche per loro, ad ogni modo, lo stesso monito: "...bevi soltanto finché lo sopporti. Reggano la tua mente e le tue gambe:
che tu non veda due al posto di uno! E' orribile veder donna giacere
sozza di vino..." (Ovidio)
"...mangiare e bere sono utili a sostentare il corpo..." (Celso)
"...quando offri una cena, ricorda di non far mai mancare la ricotta..." e "...non riporre tutte le tue speranze nell'antipasto! Prima mi rovinavo
l'appetito buttandomi sulle sardine sott'olio e i salamini lucani. Ora
non lo faccio più..." (Cicerone)
Vi serve una ricettina veloce e stuzzicante? "...rompi pane bianco a cui sia
stata tolta la crosta e fanne pezzi più grandi di un boccone. Bagnali
nel latte e friggili nell'olio, coprili con miele e servi..." (Apicio)
Questione complessa, poi, lo smaltimento dei rifiuti: "...se esci per le strade di notte,
ogni finestra che si apre è una minaccia di morte: tutto quel che puoi
fare è augurarti che si limitino a gettare solo il loro vaso da notte..."
(Giovenale)
"...il trifoglio spalmato sul viso fa bene alla pelle delle donne..." (Plinio il Vecchio)
"...grazie alle erbe germaniche, le donne fanno sparire ogni canizie..." - ma ahimè - "...te
lo dicevo di smettere di tingerti i capelli. Ormai non hai più nulla da
colorare. Una volta li avevi lunghi, ti arrivavano ai fianchi, belli e
docili al pettine; eppure, a quali torture li hai sottoposti!..." (Ovidio)
E ancora Ovidio: "...attenzione alla pettinatura: a un viso lungo si adattano una
scriminatura e la massima semplicità, a uno rotondo un piccolo nodo
sulla fronte per far vedere le orecchie. Quanto ai colori, sappiate che
quelli scuri donano alle carnagioni chiare, il bianco alle brune...Prima di tutto l'igiene:
ricordate di lavarvi ogni mattina i denti e il viso...sta male spazzolarsi i denti in pubblico" (Ovidio)
Sempre lui: "...il nostro tempo conosce addirittura uomini pettinati..."...se sapesse che ai nostri di tempi alcuni di loro vanno persino dall'estetista!
"...come
spesso accade nelle piccole città, gli spettatori si derisero a vicenda
scagliandosi insulti e volgarità. Poi passarono alle pietre e, infine,
alle armi. I tifosi di Pompei più numerosi, dato che lo spettacolo si
svolgeva a casa loro, ebbero la meglio; molti tifosi di Nocera furono
riportati a casa mutilati. Non pochi piangevano la morte di un figlio o
un padre..." (Tacito). Niente di nuovo sotto il sole...che si
tratti di una partita di calcio o di uno spettacolo di gladiatori, le
tifoserie violente sono una piaga secolare!
"...e invecchio, sempre molte cose imparando..." (Solone)
Ma certo una tale saggezza non era di tutti: "...cosa
di breve durata come un sogno è la giovinezza preziosa; terribile e deforme
vecchiaia sul capo a un tratto è sospesa, odiosa insieme e spregevole,
che irriconoscibile fa l'uomo e rovina avviluppandoli gli occhi e la mente..." (Mimnermo)
"...amore detta a me che scrivo, che io muoia se voglio diventare un dio
senza di te...", "...niente dura per sempre, il
Sole si oscura e cala in mare, la Luna nasce piena e poi decresce. E
così spesso il male d'amore diventa aura leggera..." (Anonimo). Dai muri dei nostri cavalcavia e delle nostre stazioni alle pareti delle antiche case di Pompei..quando l'amore arriva o se ne fugge, non si può evitare di lasciarne traccia!
E le serenate?...parole magiche capaci di
spalancare portoni e spianare la strada agli innamorati: "...chiavistelli, chiavistelli, che
piacere salutarvi, io vi amo, vi
scongiuro e desidero implorarvi: fate grazia all'amor mio, chiavistelli
miei carini, trasformatevi per me in romani ballerini, vi scongiuro,
sussultate, consegnatemi il mio amore che mi fa morire e beve tutto il
sangue del mio cuore..." (Plauto)
...perchè i miei amici sono stati innanzitutto degli uomini, esattamente come noi, solo un po' prima di noi!
Questa volta non so commentare....
RispondiEliminaNon ce n'è bisogno...basta che tu ti sieda, chiuda gli occhi e immagini di trovarti a passeggiare per le vie dell'antica Atene o della gloriosa Roma, di fermarti a sbirciare all'interno delle botteghe lungo le strade, di chiacchierare con le amiche...perchè la nostra vita non è tanto diversa dalla loro e nella loro possiamo specchiarci ogni giorno!
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