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lunedì 25 dicembre 2017

Il giorno di Natale

Quand'ero piccola il Natale si respirava nell'aria!
E non era solo una questione di preparativi per il grande pranzo del 25 o di regali che (per la gioia di noi bambine!) non mancavano mai di fare bella mostra di sé sotto l'albero.

Tutto iniziava fin dai primi giorni di dicembre, quando la casa improvvisamente si trasformava...e quando dico "la casa" intendo dire proprio ogni singola stanza che si riempiva di fili d'argento e di candele, di ninnoli di ogni forma, colore, dimensione; nemmeno i vetri delle finestre avevano scampo e venivano meticolosamente cosparsi di coloratissimi adesivi con slitte, pupazzi di neve e angioletti...Una vera festa per gli occhi e per il cuore!
E poi l'albero, immancabile, carico di palline, avvolto da tutti i fili d'argento che non trovavano collocazione altrove...con le tende costantemente aperte così che anche da fuori, dalla strada, fosse sempre visibile il suo magico intermittente luccichio, quasi un silenzioso coro di luci che di finestra in finestra, di casa in casa si propagava per tutta la città.
Il mio preferito, però, rimaneva il presepe che si preparava in cucina e che per più di un mese occupava buona parte del piano d'appoggio disponibile. Un presepe - a dire il vero - molto poco proporzionato, perché la capanna ospitava una Sacra Famiglia decisamente sovradimensionata rispetto alle pecorelle e ai pastori, ai fornai, ai fabbri e ai falegnami, alle donne con le anfore colme d'acqua, che si affollavano tutt'intorno. Le statuette di Maria, di Giuseppe e del bambinello sono le stesse che uso ancora oggi, perché - seppur scolorite, sbeccate, incollate e restaurate in più punti - beh, ogni anno tornano puntuali a raccontare due storie meravigliose, la loro e la mia.

La frenesia aumentava di colpo l'ultimo giorno di scuola...si abbandonava la cartella e insieme a lei anche il pensiero dei compiti, perché quelle vacanze pareva dovessero durare un'eternità, un tempo speciale e incalcolabile che traghettava addirittura dentro un nuovo anno...e quello sì che nella mente di un bambino è un tempo impossibile da concepire tutto intero!

Poi, finalmente, il grande giorno.
I nonni che abitavano in un'altra città venivano a dormire da noi per un paio di notti e la festa delle feste aveva così inizio.
Ricordo ogni cosa di quelle lunghe giornate...il clima di eccitazione, la tavola apparecchiata con arte, le sorprese, l'immancabile tombola con le cartelle di cartoncino e i fagiolini dell'occhio a coprire i numeri, i cartoni animati della Disney, le ore che trascorrevano serene fino a sera, fino a quando fuori scendeva il buio e dentro s'insinuava inevitabile quella dolce malinconia che s'accompagna sorella anche ai momenti più gioiosi, quelli tanto attesi, perché persino un bambino sa bene che, per quanto lento scorra, il tempo non si ferma...quella dolce malinconia che mi avvolgerà anche questa sera e che come ogni anno mi porterà a ricordare con nostalgia chi nel tempo ha smesso di sedersi a questa nostra tavola e a guardare con immensa gratitudine chi, invece, c'è da sempre e chi si è aggiunto e ancora siede accanto a me.

Buon Natale, di cuore, a tutti voi!

2 commenti:

  1. Mi hai commossa facendomi rivivere i nostri vecchi Natali

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