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domenica 24 giugno 2018

Aristotele e...la maturità

Platone e Aristotele,
La scuola di Atene, Raffaello
Giovedì 21 giugno 2018, ore 8.30, licei classici di tutta Italia.
Gli studenti pronti, le penne e i dizionari sui banchi...i commissari che arrivano, aprono le buste e...noooooo...lui... ARISTOTELE...l'intraducibile, l'incomprensibile, l'indecifrabile!

Mi è sembrato quasi di vederli i ragazzi che si scambiavano occhiatacce piene di sgomento...me li sono immaginati mentre imprecavano contro il destino infame che non li ha fatti nascere un anno prima o un anno dopo, permettendo loro di misurarsi piuttosto con una versione di latino...e allo stesso tempo li ho sentiti invocare la sorte che in qualche modo tentasse di riparare al danno trasformando miracolosamente le 4 ore disponibili per la traduzione in 44!

Non entrerò nel merito delle polemiche che tale scelta ha immediatamente scatenato. L'Etica Nicomachea è, di fatto, una raccolta di appunti realizzata dal filosofo nell'arco di un decennio per un uso del tutto privato e interno alla sua scuola; nessuno scopo divulgativo ne ha guidato la stesura, si tratta piuttosto di riflessioni e memorie messe insieme in preparazione alla didattica, sono i pensieri di chi da insegnante ragionava sulle questioni che riteneva importante sottoporre ai propri studenti. Per questo la costruzione sintattica non presenta il rigore di altre pagine e di altre opere, i verbi sono spesso sottintesi, in agguato gli improvvisi cambi di soggetto...

Eppure, a tutti gli studenti che si sono dovuti cimentare in quest'impresa auguro di aver dato il meglio di sé e magari, una volta finiti gli esami, anche di ritornare su questo testo che li ha fatti sudare e disperare, e di riuscire ad apprezzarne l'incommensurabile valore!

"Dopo queste cose, si potrebbe procedere a discutere riguardo all'amicizia: essa è una virtù o si accompagna alla virtù, inoltre è assolutamente indispensabile per la vita.
Senza amici, infatti, nessuno sceglierebbe di vivere, pur possedendo tutti gli altri beni; e pare che abbiano bisogno di amici soprattutto coloro che sono ricchi e che possiedono cariche e poteri; quale sarebbe l'utilità di tale ricchezza, una volta tolta la possibilità di fare del bene, che vale ed è assai lodata soprattutto nei confronti degli amici? O come tale ricchezza potrebbe essere protetta e salvaguardata senza amici? Infatti, quanto più è abbondante, tanto più è esposta a rischi.
E nella povertà e nelle altre situazioni difficili si pensa che gli amici siano l'unico rifugio.
Ai giovani l'amicizia è di aiuto per non errare, ai vecchi per il bisogno di assistenza e per l'incapacità di agire a causa della loro debolezza, mentre a coloro che sono nel pieno delle forze è utile per compiere belle azioni; "due che insieme vanno", infatti, sono più capaci sia di pensare sia di agire.
Pare poi che essa sia insita per natura in colui che ha generato nei confronti di colui che è stato generato e similmente nel figlio verso il genitore, non solo per gli uomini, ma anche per gli uccelli e per la maggior parte degli animali, e che sia insita negli individui della stessa specie gli uni nei confronti degli altri, soprattutto per gli uomini, cosa per la quale lodiamo coloro che amano gli altri esseri umani.
Anche nelle peregrinazioni è possibile vedere come ciascun uomo sia cosa affine e legata ad un altro uomo.
Pare che l'amicizia tenga insieme anche le città e che i legislatori si diano da fare più riguardo a questa che riguardo alla giustizia; infatti la concordia pare essere qualcosa di simile all'amicizia, e a questa soprattutto mirano, mentre cercano di guardarsi particolarmente dalla discordia che è una sorta di inimicizia".

Che altro dire? Lingua morta o meno, a me pare che da ciascuna di queste parole traspaia più umanità di quella che troppo spesso mostriamo di avere noi che siamo a tutti gli effetti ancora vivi!

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