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domenica 29 dicembre 2019

Cronaca di un ordinario pomeriggio di magia

Metti un tranquillo pomeriggio di vacanza, uno di quelli che scorrono lenti tra letture distratte e pennichelle post-pranzo...
...metti un elenco infinito di compiti da svolgere e la quasi inesistente disponibilità ad affrontarli con volontà e concentrazione...
...metti la mal celata insofferenza per l'annunciato sequestro di quel telefono sconsideratamente utilizzato e rimasto forzatamente silenzioso per lunghissime ore...
...metti la tentazione di lasciarsi inesorabilmente catturare dalla pigrizia e di sprofondare irrimediabilmente nella più totale e assoluta indolenza.

Metti l'improvviso desiderio di uscire di casa (e insieme di liberarsi anche di quell'indolenza e di quella pigrizia), di scendere al lago e di passeggiare lungo le sue rive per godere di uno splendido tramonto, uno di quelli che il cielo aveva regalato anche nelle sere precedenti, ma che dopo le camminate del mattino erano passati quasi inosservati, chiusi fuori dalle finestre serrate; si era usciti troppo tardi gli altri giorni, quando già la prima stella aveva iniziato a brillare e un luminosissimo spicchio di luna aveva fatto la sua apparizione sopra il contorno scuro dei monti...
...metti la delusione di fronte all'inaspettato infittirsi di una densa foschia proprio sopra le acque del  lago, l'inesorabile spegnersi della luce e di ogni colore, lo spandersi tutt'intorno di un gelido impenetrabile grigiore.

Poi l'improvviso esplodere di incontenibili risate argentine, le corse scomposte per combattere il freddo pungente, le fotografie scattate a immortalare un'atmosfera sorprendentemente carica di mistero e suggestione...
...l'inevitabile ricerca di un rifugio nel calore di un provvidenziale luogo di ristoro, straordinariamente accogliente nel legno degli arredi e nelle luci degli addobbi...
...le golose dolcissime coccole di una straordinaria cioccolata senza glutine, i tentativi di catturare espressioni e pose migliori dentro il selfie perfetto, le canzoni amate passate in radio e i canti sommessi per non disturbare gli altri avventori, la meraviglia di una complicità ritrovata senza alcuna fatica, la bellezza dello riscoprirsi insieme, di un'energia capace di dissipare la nebbia, se non quella di fuori, certamente quella di dentro.

Ed eccomi qui, ad assaporare questo tempo di grazia, non regolamentato da incombenze e impegni, libero di scorrere senza costrizioni e orari, in cui a mala pena ricordo quale giorno della settimana sia...il tempo della rigenerazione e della cura di sè, il tempo della famiglia con le sue inesauribili e a volte insospettabili risorse...il tempo della scrittura che torna a riempire le pagine di questo blog di parole differenti da quelle che ha ospitato per tanti mesi, di parole più dirette, più intime, in un certo senso più mie...davvero un tempo di grazia, attesissimo e necessario, generoso e fecondo, persino al di là delle più rosee aspettative.

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