Sono passati ben 25 anni dall'inizio del primo "dopo" importante della mia vita...
La notizia di quel mostro che aveva abitato dentro di me per tanti mesi era stata come un terremoto...aveva scosso ogni certezza, fatto vacillare ogni equilibrio, spazzato via la spensieratezza leggera e incosciente del "prima".
Ci
sono voluti tempo e fatica per ritrovarla la spensieratezza, per
tornare a goderne, anche se in un modo diverso, per certi versi più
guardingo, per altri più pieno e consapevole...ho imparato a fare i
conti con le sensazioni del corpo e con la sua memoria (che sa essere
incredibilmente tenace!), con la paura (quella tanto oscura e opprimente
da togliere il respiro, ma anche quella benevola e capace di insegnare
ciò per cui vale la pena combattere, ciò su cui ha senso
scommettere)...ho imparato la gratitudine per i primi 21 anni della mia vita
(forse non sempre vissuti a pieno...) e ancora di più per i secondi quasi 26
(sicuramente vissuti meglio...).
E ora, improvvisamente, sorprendentemente,
inaspettatamente, questo lungo tempo regalato si è trasformato in un
nuovo "prima", solo che stavolta la sfida sembra essere ancora più difficile......perché oggi - a differenza di ieri - un mostro molto diverso sta colpendo tante, troppe persone tutte insieme e tante, troppe se ne sta portando via...ed è subdolo e invisibile, ovunque intorno a noi e ci tiene sotto scacco...
...perché oggi - a differenza di ieri - è ancora impossibile anche solo provare a immaginare il "dopo" che aspetta di essere ripensato, ricostruito, riprogettato, intrappolati come siamo tutti in questo "intanto" che sembra non finire mai, spaventoso e surreale, di fronte al quale gli ultimi momenti di "normalità" sembrano già così lontani...le vacanze di Natale, l'ultima passeggiata nel timido sole di febbraio, l'ultima pizza condivisa con le amiche, l'ultimo pranzo domenicale con gli zii e i nonni tutti riuniti intorno alla stessa tavola, l'ultima corsa a recuperare una delle figlie in palestra, l'ultima chiacchierata per strada con l'amico incrociato per caso, l'ultimo gruppo di lettura, l'ultima spesa fatta al supermercato incrociando i sorrisi degli altri e non soltanto gli sguardi...
...perché oggi - a differenza di ieri - non c'è ancora la possibilità di trovare consolazione in tutti i momenti e le esperienze, in tutti i doveri e i piaceri che hanno riempito le nostre giornate fino allo scorso 20 febbraio, perché questa novità indesiderata e smisuratamente ingombrante che è piombata di colpo nelle nostre esistenze ha spazzato via tutto, ha reso impossibile tutto...
Allora scendo al fiume, dove mi rifugiavo con le mie ragazze nei giorni
in cui ancora ci era concesso farlo, dove ora è possibile arrivare soltanto col
pensiero...mi è sempre piaciuto scendere all'Adda, mi è sempre piaciuto essere e sentirmi figlia di una città di fiume, la mia Lodi, perché il fiume
divide e insieme costringe a creare collegamenti, separa insegnando i modi e i tempi del ricongiungimento, tiene distanti e pur sempre uniti...ma
soprattutto scorre, sempre, inarrestabile...e mi rassicura sul fatto che
anche questo scorrerà, come tutto, come sempre...E cerco di fare ordine nella testa e nel cuore in mezzo alla miriade di informazioni, riflessioni, polemiche che si moltiplicano in questi giorni immobili e allo stesso tempo frenetici che stiamo vivendo...e cerco di imparare ciò che questo momento ha da insegnare, una lezione che questa volta non riguarda solo me, ma che riguarda tutti, indistintamente...e, mentre provo rabbia e impotenza di fronte al male che qualcuno è capace di compiere anche adesso, mi commuovo di fronte alla dedizione con cui tanti uomini e tante donne si stanno dedicando agli altri, ai gesti di solidarietà che fanno bene al cuore, a quella gratuità che ora come ora è indispensabile come il cibo che ci sostenta e le cure mediche con cui cerchiamo di preservare questa nostra imperfetta, complicata, terribile, meravigliosa vita.
Nessun commento:
Posta un commento