Il breve testo che ho scelto come presentazione è in realtà il frutto di uno dei primi esercizi che mi sono stati assegnati al corso di scrittura creativa che ho frequentato qualche anno fa: "Descrivi te stesso ad un estraneo in 500 caratteri".
Di "scrittura creativa" oggi si sente parlare moltissimo...Ma che cos'è esattamente?
Il web applica questa definizione a tutto ciò che si differenzia da testi di tipo strettamente professionale; dunque romanzi, racconti, poesie, lavori destinati al cinema e al teatro...tutto ciò insomma che non abbia né una finalità strettamente informativa né un'utilità pratica immediata.
A me piace pensare che quella creativa sia innanzitutto una scrittura "e-motiva", una scrittura che "porta fuori". Sì, sì, avete letto bene...la lingua parla chiaro: tutto ciò che in italiano ruota intorno al lessico delle emozioni viene dal latino e-movere e indica specificamente uno "spostare fuori da". Ma esattamente spostare chi?...e fuori da dove?

E questa naturalmente è una regola che già gli antichi maestri del parlare avevano ben chiara; nei loro manuali di buona scrittura personaggi come Cicerone o Quintiliano descrivono proprio il movere ("commuovere") accanto al docere ("informare", "convincere") e al delectare ("catturare l'attenzione") come una delle finalità irrinunciabili della loro arte.
Ciò che forse sorprende è che quei campioni della retorica avevano già compreso la necessità che nella composizione dei discorsi a lasciarsi movere fosse in prima istanza proprio lo scrittore!
Sì, perché l'esperienza dello scrivere, se vissuta a pieno, può riuscire in qualche modo a "stanare" chi vi si cimenta da rigidità e preconcetti; e questo vale per chi, dotato di un certo talento narrativo e di una capacità d'immaginazione non comune, presume di non aver bisogno di studio o di esercizio...ma vale anche (anzi, soprattutto!) per chi questo talento e questa capacità crede di non possederli affatto!
Misurarsi con la scrittura può diventare allora un'esperienza di profonda autoanalisi, dolorosa ed esaltante allo stesso tempo, nella quale mestiere e tecnica orientino istinti intemperanti o mettano in risalto doti insospettate.

Ah, comunque di anni ne ho 42.
Io che a fatica so scrivere un biglietto di auguri mi inchino a tanta capacità di sctittura
RispondiEliminaNon ti sembra di esagerare???...Ad ogni modo sono felice di essere riuscita "a portarti fuori"!
EliminaBello Ila, hai solleticato la curiosità di provare a scrivere come viaggio per entrare e "tirare fuori": la parola come amo, una sorta di pesca e-motiva!mi piace!quasi quasi prendo una biro e un foglio...
RispondiEliminaGrazie! Bella questa immagine della "pesca miracolosa"! Ti rispondo con le parole che E. Orsenna (La grammatica è una canzone dolce) mette in bocca ad uno dei suoi personaggi: "Ci sono pescatori che prendono i pesci di superficie con una lenza cortissima e una mosca che fa un ameno balletto sull'acqua. Ma per altri pesci, i pesci del profondo, occorrono reti con molti, molti dolorosi ami".
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