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sabato 16 aprile 2016

Letture d'infanzia, ricordi per sempre

Marcel Proust
"Al mio ritorno a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di bere, contrariamente alla mia abitudine, una tazza di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, cambiai idea.
Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti che chiamano Petites Madeleines e che sembrano modellati dentro la valva scanalata di una “cappasanta”. E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me...".

Credo non esista antologia della letteratura italiana che nelle pagine dedicate agli autori stranieri non ospiti questo brano, tratto dal primo volume di Alla ricerca del tempo perduto di Proust: per tutti egli è e indiscutibilmente rimarrà "quello della madeleine", quello che ha saputo magistralmente raccontare il potere misterioso e straordinario che hanno i sapori di evocare i ricordi, con un'intensità e un'immediatezza ineguagliabili!

Assaggiare la madeleine significa per Proust venire immediatamente rapito e catapultato negli anni della sua infanzia, nella città dove allora abitava, nei rituali che si ripetevano identici ogni domenica mattina. Un po' la stessa cosa che succede al personaggio di Anton Egò, temibile critico culinario, alle prese con un piatto di ratatouille nell'omonimo film della Disney...una delle sequenze - a mio parere - più toccanti mai realizzate, che dovreste assolutamente vedere, se ancora non l'avete fatto...non sarete di quelli che etichettano i cartoni animati come "cose da bambini", vero?
Ma comunque, divagazioni cinematografiche a parte, ciò che è innegabile è che il corpo si porta scritta addosso una mappa dettagliata di ricordi, cui solo l'incantesimo dei sensi può dare accesso. Riscoprire un gusto familiare, dunque...ma non solo...captare nell'aria un profumo che immediatamente si ritrova dentro la propria storia...riascoltare dopo anni una melodia tanto amata...stringere tra le mani e accarezzare con lo sguardo un prezioso tesoro...

Un Natale di qualche anno fa ricevetti un regalo speciale, del genere che rende chi lo fa felice quasi quanto chi lo riceve; scartai il pacchetto sotto lo sguardo compiaciuto di chi era sicuro di aver fatto centro e...TRASALII, non diversamente da Proust, alla vista di quei libri meravigliosi che mi avevano fatto compagnia da piccola, fin dai tempi dell'asilo (una volta la "scuola dell'infanzia" si chiamava molto più semplicemente così...), dove la mamma li aveva acquistati per me.
Cominciai a sfogliarli col fiato sospeso e pagina dopo pagina ritrovai tutti gli amici di un tempo...l'uovo vanitoso, Marzolina, il gufo Beccotorto, l'eco, Giuggiolina, e filastrocche, indovinelli, rime a non finire, che già da bimbetta mi appassionavano tanto!!!
Avrei potuto consumarli quei libri a furia di usarli! Poi sparirono, come tante altre cose, regalati ad altri bimbi con l'augurio che donassero anche a loro sogni e sorrisi.

Ora sono tornati e stanno lì, su un ripiano della libreria, in compagnia di tanti altri volumi e libretti di ogni genere e colore...aspettano pazienti di essere presi e aperti, pronti ogni volta ad accendere emozioni...come portali che all'occorrenza si spalancano su altri mondi, consentendoci di allargare lo sguardo e il respiro, ampliando gli orizzonti a volte un po' ristretti e soffocanti del quotidiano...come porte magiche che ci mettono in comunicazione con i "noi stessi" di un tempo, con quei "noi stessi" che eravamo e che forse non siamo più, o che forse senza saperlo continuiamo a custodire nei "noi stessi" che siamo diventati!

4 commenti:

  1. Vero quello che scrivi ti accorgerai come i ricordi diventino ancora più vivi a scapito di cose molto più recenti

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    1. "La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla" (Gabriel Garcia Marquez)

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  2. ......E quando i ricordi diventano tanti ........

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    1. ...vuol dire che hai tanto vissuto, e intensamente...

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