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sabato 5 novembre 2016

Viaggio in Puglia: Polignano a mare, poesia a cielo aperto

La Valle d'Itria è i suoi colori...
...il rosso caldo e intenso della terra che sembra aver assorbito tutta la potenza del sole e conservandola essersi scurita come fosse pelle...una tinta insolita, non comune almeno per chi come me viene da lontano, che incuriosisce e immediatamente affascina...
...il verde dei pascoli, dei boschi...delle querce imponenti...degli ulivi secolari che chissà da quanto tempo sono lì, testimoni di tante storie...si estendono a perdita d'occhio con i loro incredibili tronchi, attorcigliati, rigonfi, contorti e ripiegati, intrecciati...paiono plasmati ad arte, sono tantissimi, eppure non ce n'è uno uguale ad un altro...
...il bianco delle pietre degli immancabili muretti a secco che corrono lungo ogni strada, che delimitano ogni pascolo, che cintano ogni podere...della calce dei trulli, disseminati ovunque...delle eleganti masserie che raccontano una civiltà e custodiscono tradizioni...
...il blu avvolgente del cielo e del mare, che sovrasta, interrompe, incornicia tutto.

Polignano mi accoglie così: bianca e blu.
Subito mi strega con il suo incredibile centro storico, un intrico di viuzze che corrono, s'interrompono, s'intersecano, si ricongiungono tra i muri e gli edifici, strettissime quelle, rigorosamente alti e chiari questi, per tenere lontane la luce implacabile e le temperature torride dell'estate, per proteggere la vita all'interno (è un tratto tipico dell'architettura della zona...Monopoli, Conversano, Locorotondo...parlano tutte lo stesso linguaggio).
Poi mi conquista irrimediabilmente con i suoi affacci a strapiombo sul mare, belli da togliere il fiato. E' impossibile prevederli (almeno la prima volta, quando tutto è ancora una sorpresa...)...la penombra di un lungo corridoio lascia improvvisamente spazio alla luminosità abbagliante di una piazzetta esposta, ci si deve fare schermo con le mani in attesa che gli occhi si abituino alla nuova condizione e si riempiano della vista dell'immensa distesa liquida che si stende sotto i piedi e raggiunge l'orizzonte.

Mentre cammino, noto distrattamente una scritta impressa con della vernice nera sulla parete esterna di una casa...non ci faccio troppo caso, lo credo il solito atto di vandalismo e me ne dispiaccio...poi ne vedo altre, hanno tutte lo stesso stile...ormai si sono imposte alla mia attenzione e mi fermo a leggere: sono versi di poeti o pensieri di scrittori e filosofi.
M'incuriosisco e scopro che sono tutte opera di una stessa mano, quella di un certo Guido Lupòri, originario di Bari, residente a Polignano dal 1984, che nel lontano 1992 ha lasciato in paese il suo primo segno e da allora non ha mai smesso; nessuna violazione, però, si accorda prima con i proprietari degli immobili che intende "firmare". Polignano l'ha praticamente adottato, tutti lo conoscono come il flaneur...è così che si fa chiamare, esattamente come agli inizi dell'800 Baudelaire chiamava i gentiluomini parigini che si concedevano il lusso di vagabondare senza meta per le strade cittadine, godendo di quella libertà e di ciò che andavano di volta in volta scoprendo.

A chi lo intervista, il signor Guido racconta del suo amore immenso per la letteratura e del suo desiderio di far conoscere al mondo le meraviglie che essa custodisce.
Così, a poco a poco, ha trasformato la sua Polignano in un bellissimo libro, sempre aperto per chi voglia scoprire le storie che racconta...non ha carta né inchiostro, ma i gradini di una scalinata, lo schienale di una sedia, i listelli in legno di una cassetta per la frutta...non ha pagine da girare, ma angoli sempre nuovi da svoltare alla scoperta delle tante anime che vi abitano.
Per immergersi davvero nella magia di un luogo simile, dove il tempo sembra essersi fermato, non c'è altro modo che dimenticarlo il tempo, quello che scorre inesorabile, come anche quello speso a consultare guide e dépliant nella speranza di riuscire a delineare il percorso ideale...no, il trucco è abbandonarsi, lasciarsi sorprendere e ispirare da un dettaglio, il colore di una porta, una lanterna sospesa, un vaso di fiori, un profumo, un suono, senza programmi da consultare, senza tabelle di marcia da rispettare, come dei veri flaneurs...

All'improvviso alzo lo sguardo e parole familiari nascoste in un angolo remoto della mia memoria iniziano a danzare nella mia mente..."...Che luce irrompe da quella finestra lassù? Lì è l'Oriente. E Giulietta è il sole. Levati, o sole bello, a cancellare l'invidiosa luna, pallida e livida di rancore, perché tu, che sei sua serva, sei bella, molto più bella di lei!..."...mi riscuoto e sorrido...quella è un'altra storia e a raccontarla è un'altra strada, un'altra città, un altro posto magico...

2 commenti:

  1. Ho rivisto Polignano attraverso le tue parole

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    1. E' davvero un posto magico! Mentre scrivevo, mi sembrava di essere lì...

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