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sabato 7 maggio 2016

L'ombra del vento: emozioni, emozioni, emozioni

Carlos Ruiz Zafòn,
Carlosruizzafon
A volte gli incontri con i libri avvengono in modo strano. Li si legge e non li si apprezza; poi magari li si riprende dopo anni e ce ne s'innamora follemente, quasi si fossero conosciuti testi diversi, mentre in realtà quelli diversi siamo noi.
Con Zafòn è stato amore, da subito; eppure definire strano il nostro incontro è dire poco!

Una sera di qualche anno fa mi capitò di guardare un film dal titolo Treno di notte per Lisbona. Ne fui stregata: il protagonista che si ritrova casualmente in possesso di uno scritto sconosciuto, una lettura avida che travolge, l'insorgere di un'ossessione inspiegabile che costringe a partire alla ricerca di informazioni sull'autore di quella storia e i suoi attori, un viaggio inaspettato e incredibile fuori e dentro di sé, tra un passato da scoprire e un presente da ripensare.
Qualche giorno dopo iniziai a leggere L'ombra del vento e fu letteralmente uno shock! Al tempo ancora non sapevo che il sopracitato film (del 2013) fosse l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Pascal Mercier, edito nel 2004, dunque di tre anni successivo al lavoro di Zafòn (alla cui mancata lettura dovrò, peraltro, porre rimedio quanto prima!)...le emozioni non conoscono cronologie. Così, a mano a mano che scorrevo le pagine, accanto alle immagini nuove che nascevano in me, si ripresentavano puntuali quelle che avevo da poco visto sullo schermo e che ancora affollavano vivide la mia mente, facendo riecheggiare con potenza sensazioni familiari, regalandomi l'avvolgente percezione di un ritorno a qualcosa di già noto, già vissuto, già amato.

Non so dire da quale aspetto della scrittura di Zafòn io mi sia sentita maggiormente ammaliata...
Se dall'immediatezza con cui già dal primo capitolo mi sono trovata immersa in un'atmosfera piena di fascino, tra scaffali di volumi antichi e polverosi, arcani circoli di librai e quel Cimitero dei Libri Dimenticati che è un capolavoro di mistero e poesia.
Se dai personaggi, primo fra tutti lo spassosissimo Fermìn Romero de Torres, con la sua parlantina brillante, le sentenze folgoranti, la presenza salda e discreta di chi ha molto sofferto senza però lasciarsi indurire, senza rinunciare alla speranza.
Se dalle tinte fosche di un'intrigante Barcellona, battuta dalla pioggia, avvolta nella nebbia...molto più di uno sfondo, presenza viva e dotata di anima, che dai vicoli e i palazzi della città vecchia alle imponenti ville in decadenza delle colline di periferia si fa parte attiva e integrante della vicenda.

So per certo che è stato sorprendente ritrovare sviluppata sulla carta con la stessa forza l'idea dominante della pellicola, scoprire ancora una volta al centro di tutto un libro, un racconto nel racconto da cui tutto trae origine e a cui tutto fa ritorno...
...perdersi di nuovo nel continuo intersecarsi di due esistenze, quella di uno scrittore e quella del suo lettore, che finiscono per toccarsi così profondamente da arrivare a fondersi quasi in una sola, perché non è stato sufficiente al primo l'aver consegnato alla narrazione la propria verità e il proprio dolore per trovare la pace...è stato necessario che a quella verità e a quel dolore desse voce l'altro per consentire a tutti i nodi di sciogliersi...
...con uguale commozione assistere al lento processo di guarigione della memoria in chi è passato attraverso gli orrori di un tempo lontano e vi è miracolosamente sopravvissuto...gioire della consapevole maturazione di chi invece ha imparato dall'altrui sofferenza a prendere in mano la propria vita e ad imprimerle nuovi slanci...quasi a voler dire che in certi momenti l'importante non è tanto che al momento giusto ci si trovi nel posto giusto e nemmeno che si incontri la persona giusta, bensì che si abbia tra le mani il libro giusto!

4 commenti:

  1. Quello che dici è vero i libri letti a scuola per forza...mi sono poi sembrati bellissimi riletto in un altro periodo

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    1. Già...bisognerebbe rileggerli per principio, forse, i libri che non ci sono piaciuti! Il problema è il tempo...quasi non basta per tutti quelli che non abbiamo avuto ancora il piacere di conoscere e che non vediamo l'ora di iniziare...;-)

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  2. Io ringraziero' per sempre la nostra Biblioteca per la "costituzione" del Gruppo di Lettura che mi ha permesso di conoscere persone speciali come te e mi ha avvicinato a libri che da sola non avrei mai letto ( es. Le relazioni pericolose discusse ieri). Ho letto questo e tutti gli altri libri di Zafon anche se questo mi è rimasto più nel cuore. Averlo poi "sviscerato" con te e le amiche del GdL me lo ha fatto apprezzare ancora di più. Grazie per tutto quello che consapevolmente e inconsapevolmente mi regali.

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    1. Sottoscrivo ogni virgola!!!
      Anch'io al tempo non ero riuscita a resistere e avevo divorato uno dopo l'altro tutti i libri di Zafòn, anche se L'ombra del vento rimane a mio parere imbattibile!
      Quanto al nostro meraviglioso GdL...beh, che dire? Ogni volta una sorpresa, ogni volta una ricchezza, un appuntamento ormai irrinunciabile...
      Grazie, a te, Anna cara!!!

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