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sabato 30 luglio 2016

La "Cà di Léber"

C'è una casetta in cima alla collina, appena fuori dal paese.
E' una presenza discreta, silenziosa...se non si fa attenzione, quasi non la si vede, circondata com'è dagli alberi. Dista una trentina di metri dalla strada principale, vi si accede risalendo un breve sentiero selciato che da quella si dirama.
E' tutta di legno, costruita dalle mani dei volontari del posto con il legname donato dal Consorzio Forestale.

Sulla facciata, di fianco alla porta, c'è una targa..."La bellezza salverà il mondo" recita.
E alla mia mente subito si affacciano i nomi di due uomini straordinari, legati a filo doppio da quella sentenza meravigliosa, che è insieme anche una speranza. Uno è Dostoevskij che di quelle parole è l'autore, colui per il quale dire "bellezza" è dire "arte" e "natura", ma è dire soprattutto "umanità", con l'intero ventaglio di desideri, ispirazioni, irrequietezze e contraddizioni che appartengono ad ognuno...colui che di quel magma tumultuoso ritrae e celebra tanto la capacità di condannarsi agli abissi più impenetrabili quanto quella di innalzarsi alle vette più estreme, in una parola la libertà che può annientare o riscattare con uno sguardo. Il secondo è un'altra grande "D" della letteratura, quella di Alessandro D'Avenia - per quanto mi riguarda, molto più che uno scrittore! - che di quel motto ha fatto la sua ispirazione, che ad esso si richiama in ogni intervista e in ogni conferenza, che proprio nella vitalità pur tormentata e caotica di ogni esistenza (anzi, proprio perché tormentata e caotica!) invita a coglierne l'unicità, la verità, l'irripetibile grandezza.
"Homo sum," scriveva Terenzio, grande commediografo latino del II secolo a.C., "humani nihil a me alienum puto"..."Sono un uomo, non considero a me estraneo nulla di ciò che è dell'uomo", che è un po' come dire che non esiste alcuna manifestazione della vita che non ci riguardi, che non ci coinvolga e non ci interpelli, che non ci interessi!

Sembra stonare - no? - una simile profezia affissa all'ingresso di una costruzione tanto piccola e umile! Non c'è energia elettrica al suo interno...essa si riempie di luce all'alba per piombare nell'oscurità la sera. Non è neppure dotata di riscaldamento per l'inverno...chi ci va col freddo, sa che non può scoprirsi lì dentro. E' piena di profumi, invece, di legno e carta!
Tutt'intorno, lungo le pareti, corrono mensole zeppe di libri, mentre il tavolo al centro della stanza ne è letteralmente invaso; ci sono volumi di ogni sorta, ingombranti, tascabili, scritti fitti fitti, ampiamente illustrati, per adulti e piccini, romanzi, saggi, fumetti...centinaia di storie...
Ed ecco perché in realtà le parole di quella promessa, poste qui, non stonano affatto, perché a dispetto delle dimensioni questo piccolo rifugio contiene e custodisce tutti i tormenti e le gioie, tutte le avventure e i sogni, le delusioni e le lotte, le amicizie, gli odi e gli amori che fanno di ogni essere umano ciò che autenticamente è.

La porta della casetta non ha serratura, non c'è un regolamento, non c'è un custode...
In qualunque momento di qualunque giorno è possibile passare di lì, prendere un testo da leggere o donarne uno che vada ad aggiungersi ai tanti già presenti...perché la bellezza non ha orari né conosce stagioni...perché di bellezza c'è sempre qualcuno che ha bisogno!

2 commenti:

  1. Leggere è sempre stato uno dei miei passatempi preferiti cercherò dove si trova questa casetta

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