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sabato 2 luglio 2016

Tra vacanza e ozio: l'importanza del non-fare

E così eccole, le tanto agognate vacanze!...per qualcuno sono già arrivate, per qualcun altro non sono proprio dietro l'angolo, ma almeno si scorgono in lontananza.

Non so a voi, ma a me basta spostarmi anche poco da casa per venire magicamente catapultata in un'altra dimensione, per dimenticare all'istante quale giorno della settimana sia o quale data del mese, per sentire subito la mente distendersi e il ritmo dei pensieri decelerare. E' una sensazione bellissima, liberante...un po' come quando finalmente si può allentare una cintura troppo stretta o disfarsi di un paio di scarpe decisamente poco comode!
Ovviamente "staccare" dalla quotidianità non è poi così difficile quando si è in viaggio, magari in una bella località di mare o di montagna, o in un'affascinante città d'arte; lo è sicuramente un po' di più se, invece, non si ha la possibilità di partire, se si continuano a frequentare gli stessi ambienti di sempre, anche senza i vincoli dettati dagli oneri di sempre...
Ma siamo proprio sicuri che questo momento così particolare debba essere vissuto semplicemente come una temporanea sospensione dei mille impegni che riempiono le nostre giornate, del loro andamento spesso frenetico, dell'accumularsi di doveri e incombenze, prima che ci si ributti nella mischia e si riparta esattamente da dove si è lasciato?...e se ci fosse dell'altro?

Io credo che il tempo della vacanza sia, in realtà, tanto prezioso da avere in sé il potere di influenzare anche tutto il resto del tempo, quello che di vacanza non è...credo addirittura che il modo in cui si spende l'uno dica molto di come si percepisce l'altro!
Confesso che ci sono state epoche della mia vita nelle quali mi sono sentita quasi intimorita dall'arrivo dell'estate, dal suo svuotarsi di tutto, dall'interrompersi di ciò che mi aiutava a riconoscermi nel mondo...studio, impegni, relazioni...dal ritrovarmi a dover decidere da sola che orientamento dare alle mie ore, alle mie giornate...
Perché - diciamocelo - il termine vacanza anche linguisticamente non aiuta, rimanda al "non esserci" di qualcosa, evoca una mancanza, definisce un'assenza...e l'assenza spaventa sempre!

Nell'antica Roma, al contrario, era il tempo dell'attività pubblica (politica o professionale) ad essere definito in negativo a partire da quello del riposo: il negotium era, infatti, inteso come non-otium.
Ora, tutti coloro che studiano le lingue sanno benissimo che ciascuna presenta dei termini talmente pregni di significato e intrisi della cultura che li ha forgiati da risultare praticamente intraducibili; ebbene, la nozione di otium è una di queste.
Semplicemente intesa nei primi secoli come mera "inattività", "non-occupazione" (traduzione sulla quale, peraltro, si è formato il nostro concetto di "ozio"), essa si è poi evoluta arrivando a comprendere anche la pratica di una serie di attività preposte allo svago (recarsi al fiume o al mare, frequentare le terme, partecipare a giochi e spettacoli...), fino a raggiungere la sua pienezza nelle elaborazioni dei grandi maestri del pensiero, quelli - per intenderci - che sembrano contemporanei di chi li legge, in qualunque epoca li si legga! Nelle parole di Cicerone e più ancora di Seneca, l'otium diventa innanzitutto un'occasione di profonda meditazione, uno spazio in cui riappropriarsi della propria identità e aprirsi alla contemplazione, all'approfondimento delle idee, allo studio...uno stato di libertà spirituale e intellettuale che diventa creativo perché non costretto nella logica del "dovere".

Cosa augurarci, allora, in questo sabato di inizio luglio?
Di vincere la paura del non-fare, resistendo alla tentazione di sovraccaricare anche i periodi (più o meno lunghi) di non-lavoro con una serie infinita di attività alternative, che in qualche modo sostituiscano quelle da cui forzatamente si è costretti a prendere congedo...evitando d'altro canto di trascinarsi da un angolo all'altro della casa in preda alla noia e alla frustrazione, perché a questi periodi di non-lavoro proprio non si riesce a dare un senso.
Di riscoprire, anzi, la bellezza di poterlo perdere il tempo, di smettere di subirne la corsa per accordarsi al suo fluire, che si fa lento quando è "liberato"...di prendere fiato e di ascoltarsi respirare, lasciando che i pensieri prendano il volo senza freni, regalandosi la possibilità di re-inventarsi...chi può dire quello che succederà?

Il progetto di questo blog?...non ci crederete, ma è frutto proprio di uno di questi momenti di ozio perfetto! Perciò, che altro aggiungere?
Buona ri-creazione a tutti!

3 commenti:

  1. Vacanza vacanza anche a casa odiano è comunque tale

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  2. Risposte
    1. Mmm...curioso questo "odio" per "ozio"...errore di battitura (in effetti, sulla tastiera "d" e "z" sono abbastanza vicine!) o lapsus freudiano?

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